L’estate continua in Tunisia, e ancora per lungo tempo. Un Mediterraneo caldo e accogliente, un paese divertente e anche abbordabile dal punto di vista economico. Deserto, bel mare, tradizioni, gastronomia, shopping, purchè si riesca a gestirlo: i mercanti arabi sono asfissianti. Tante ragioni per andare, proprio ora che la grande folla sta tornando a casa e da noi l’estate si avvia verso la fine.
Artigianato prezioso, quello tunisino. Con qualche rischio. Soprattutto per quel che riguarda le babbucce, i sandali in pelle di cammello che sono belli e comodi. Ma dannatamente puzzolenti. Sottoporli a un robusto trattamento deodorante prima di sistemarli in valigia e poi in casa.
Se la contrattazione piace, lanciatevi pure nell’acquisto di un tappeto. Sarà una battaglia dura, fatta i ribassi e rilanci, di tazze di tè e sorrisi. Fino allo sfinimento. Altrimenti visitare uno dei negozi a prezzo fisso, pochi ma ce ne sono. Altrimenti, rinunciare.
Il sufismo è pratica religiosa derivata dall’Islam e molto diffusa in Tunisia. Si fonda sulla convinzione che l’uomo debba liberarsi dei vincoli e delle costrizioni scatenate dai sensi e dalla ragione. A riprova di questo, i discepoli camminano sui carboni ardenti. Predicatori senza scrupoli a volte propongono proprio questa come prova di iniziazione. E si va in fiamme.
Il centro storico di Tunisi è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità ed ha il fascino eterno di una città che ha attraversato la Storia. Antichi souq, dove si insegue il profumo del pane appena sfornato – tradizione francese, preparano la baguette – bei palazzi, simpatici caffè all’aperto, viali alberati e il Bardo, il più importante museo di mosaici al mondo. Oltre mille esemplari esposti.
Vistosi ma bellissimi i gioielli berberi. Se ne trovano in due interessanti negozi di Tunisi, per altro a prezzo fisso: Hanout Arab in rue Jemaa Zitouna, la via dello shopping, e la boutique Fella, a place Pasteur, che per la bellezze delle sue proposte era il negozio preferito di Grace di Monaco.
Sidi Bou Said è la Portofino di Tunisia: case bianche, finestre azzurre, acciottolato, profumi, gerani rossi, bouganville viola. Paul Klee ne era entusiasta, come Gide e Foucault. Sosta per un tè alla menta al Caffè de Nattes, in cima a qualche ripido gradino.
Il profumo delle spezie è un sentiero olfattivo che accompagna qualunque giro in medina o in un souq o per i vicoli di qualche città: zafferano, curcuma, paprika e cannella sono profumatissimi. La harissa è una gustosa salsa piccante.
Enea e Didone si amarono qui. E oggi The Residence di Cartagine vale da solo il viaggio. L’unico albergo tunisino ammesso nella prestigiosa compagnia Leading hotels of the World è rifugio per una splendida vacanza proprio lì, dove sorgeva l’antica Cartagine.
Tozeur è avventura non troppo impegnativa, ma resta escursione memorabile per chi viaggia in Tunisia. Venendo da Kebili si attraversa il desolato chott, il lago salato, dove Luke Skywalker osservava le due lune nel primo episodio di Guerre Stellari. Straordinaria la palmeraie, la seconda del paese per grandezza, con quasi mezzo milione di palme, orgoglio degli abitanti di Tozeur.
<I vivi sono sotto i morti> dicono a Matmata, stravagante invenzione umana per ripararsi dal freddo dell’inverno, dal caldo dell’estate e dalla ferocia dei combattenti del deserto. Le case costruite sottoterra sono abitate ancora oggi, ma sono soprattutto un’eccezionale e spettacolare documento vivente della genialità dell’uomo. Qui, dove passava anche la via degli schiavi, è stato ambientato il pianeta di Luke Skywalker in Guerre Stellari.
Scegliere orari scomodi per visitare Chenini, dove il mondo è fermo a qualche secolo fa. E’ un villaggio spettacolare, abbarbicato alla roccia, con terrazze scavate al fianco di una collina. Talmente bello che è affollato di turisti: andarci di sera, quando le comitive sono già andate via.
Hammamet, in arabo, significa <i bagni>. E’ una delle località più affollate e, a parte le storie e gli episodi che la legano all’Italia, è città balenare molto nota e apprezzata. Anche per la vita notturna: Manhattan, Calypso, Balade sono fra le migliori discoteche d’Africa. Fra i ristoranti hanno fama le aragoste di Pomo Doro.
Djerba è detta anche <la dolce>, per la natura, il clima, il mare. Affollata di turisti provenienti da ogni parte del mondo, custodisce luoghi ancora magici. Come la spiaggia di Sidi Mahres, sabbia dorata e fenicotteri. Belle anche il promontorio di Ras Taguernes e La Seguia.
Gli ksour sono villaggi fortificati che bisogna visitare quando arrivano i primi raggi del sole. Spettacolo emozionante e nello stesso tempo maestoso: non solo per le costruzioni che appaiono, ma anche per la fierezza della gente che vive in questo meridione tunisino, nella zona di Tatouine, non lontano dal confine con la Libia.
DOVE ANDARE A BALLARE
Hammamet è la capitale della notte, con molti locali in riva al mare, per ballare anche in spiaggia. Del Manhattan si dice sia la migliore disco d’Africa e fra le dieci del mondo. Molto frequentato anche il Sahara di Monastir. A Tunisi il Joker dell’hotel El Hana e Le boeuf sur le toit. A Djerba