D’estate la temperatura arriva anche a 6 gradi, d’inverno si sprofonda fino a meno 40. Alle Svalbard tutto è selvaggio e avventuroso e l’ambiente può perfino apparire, in certe situazioni, ostile. Meglio affidarsi a chi conosce il posto ed evitare iniziative solitarie. Muoversi sempre, ma proprio sempre, con le guide.
DA EVITARE
L’orso polare può essere una delle ragioni del viaggio fino alle Svalbard. Vedere questo splendido animale in libertà è emozione straordinaria. Da qualche tempo, però, anche gli orsi hanno imparato ad apprezzare le comodità degli insediamenti umani, dove magari si riesce a trovare cibo senza troppa fatica. L’ultima, fatale, aggressione da parte di un orso è avvenuta a 2 chilometri da Longyearbyen, la capitale, 2000 abitanti.
L’usanza viene da lontano e bisogna ricordarsi di rispettarla. Prima di entrare in una casa, è buona norma togliersi le scarpe. Questione di pulizia. Così facevano i minatori che quando risalivano dalle miniere erano sporchi ovunque di carbone.
DA NON PERDERE
Alle porte del Polo il mondo cambia. E d’estate si scopre la sorprendente meraviglia del sole che non tramonta mai e sconfigge l’oscurità invernale. Cinque gradini del vecchio ospedale – a 50 metri dalla chiesa – sono una specie di monumento al sole. I primi raggi primaverili colpiscono proprio quei vecchi ruderi per annunciare la rinascita.
Per vedere un orso polare il modo migliore è imbarcarsi su una nave da dove con gommoni si raggiungono le isole dell’arcipelago. Gli orsi, è bene ricordarlo, sono mammiferi marini. Quando si incontrano, bisogna restare a distanza di rispetto e mai, assolutamente mai, offrire loro del cibo. Ma c’è un altro modo, molto più semplice anche se meno avventuroso per vederli: collegarsi al sito www.panda.org/polarbears gestito dal Wwf. Quattro orsi sono stati dotati di collare con ricetrasmittente e sul web si possono seguire i loro spostamenti.
Adventalen è l’artico accessibile, una vallata dove si può passeggiare. Ma con qualcuno che sia pratico della zona e degli incontri che si possono fare. C’è un cartello che dice, più o meno: <attraversamento orsi polari>.
Dormire al Basecamp Spitsbergen è la divertente rappresentazione di un’avventura, che resta sufficientemente comoda. Questo albergo è la ricostruzione – più solida – di una capanna per la caccia alle foche sostenuta dai criteri e dalla tecnologia di un moderno design hotel. Sedici camere e 2 suite di turismo sostenibile. Lusso a 5 stelle garantito, con standard più internazionali, al Radisson Sas Polar Hotel.
Le renne delle Svalbard muoiono di fame intorno agli 8 anni, quando i denti sono consumati dal duro lavoro fatto per masticare non tanto i ramoscelli di cui sono ghiotti, quanto i sassolini che finiscono inavvertitamente fra i denti.
Mary Ann’s Polarigg è il ristorante thailandese più a nord del mondo e serve vero cibo asiatico. Il Tom Yam, la zuppa tradizionale di Bangkok e dintorni inondata di peperoncino, può essere utile anche per riscaldare il corpo. Mary Ann gestisce pure alcune confortevoli camere.
<Sempre meglio che in miniera>. Qui si capisce esattamente cosa vuol dire, visitando la Miniera numero 3, utilizzata per il carbone. Le diramazioni, tutte scavate a mano, sono alte al massimo 80 centimetri. E per ore ed ore si lavorava qui. C’è una miniera ancora attiva, visitabile solo d’estate: la Gruve 7, 15 chilometri fuori città.
Il Magdalenefjord è una bella baia che serviva da base alle baleniere. Ancora oggi si possono vedere sulla costa i resti di due fornelli da cucina usati per cuocere il grasso di balena.
Tutta la forza della natura al Krossfjorden, dove l’imponente ghiacciaio Lillehookbreen precipita in mare. Qui, in una vegetazione ricca di fiori e muschi, ci sono le tombe di molti cacciatori di balene, morti per età o nei frequenti naufragi.
Ci sono ghiacciai dove andare a divertirsi in slitta facendosi trainare dai cani, gli splendidi huskies. Lo sleddog è pratica molto diffusa: il <wilderness bbq>, avventura selvaggia con Berit, Karl e i loro cani organizzata dalla Svalbard Villmarkssenter, è fra le escursioni con barbecue più apprezzate.
Barentsburg è un vecchio insediamento russo dove si continua ad estrarre carbone. Resistono un busto di Lenin, che prima o poi sarà abbattuto, e murales di propaganda con virili operai al lavoro. Un altro mondo.
Al Karls-Berger pub cafè, dove in bella vista ci sono oltre mille bottiglie di ogni liquore immaginabile. Generalmente a quest’ora si beve, e spesso a spese degli stranieri. Qui non si paga l’Iva e anche gli alcolici sono meno cari. Per comprarli, però bisogna mostrare un biglietto aereo di ritorno. Chi vive alla Svalbard ha accesso limitato all’alcol.
DOVE ANDARE A BALLARE
Si balla anche qui, soprattutto nel fine settimana, quando ci si ritrova all’Huset – vuol dire <casa> – che è il supermercato della notte delle Svalbard. E’ apprezzato ristorante – famosi il suo hamburger e la cantina con 20 mila bottiglie di vino – e c’è anche la sala cinema. Ma nei fine settimana impazza la discoteca.