Le palme punteggiano la spiaggia quasi fossero ombrelloni piantati apposta per fare ombra. Posto che incanta, Santo Domingo. Natura rigogliosa, mare fantastico, relax, golf, il centro storico della capitale dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Una splendida destinazione, che può essere tranquilla e vivace al tempo stesso.
Non si scherza col vudù, che a Santo Domingo si affaccia dalla vicina Haiti. Durante i riti gli spiriti, chiamati Iwa, vengono evocati con canti, rulli dei tamburi, danze. Quando riescono ad <incarnarsi>, gli Iwa si <impossessano> dei celebranti e trasmettono loro grandi poteri, per fare del bene ma anche del male. Sconsigliato agli impressionabili.
In barca, tutti insieme appassionatamente. Le escursioni organizzate alle isole, che siano deserte, poco abitate, popolate di pescatori, non devono diventare sgradevoli gite collettive simili a tormenti. Rifiutare proposte che prevedono comitive intruppate su barconi, con musica assordante e folla rumorosa che ingurgita alcolici alle 10 del mattino.
Il combattimento dei galli è quasi uno sport nazionale. E’ non è bello da vedere, per chi rispetta gli animali. A casa propria ognuno fa quel che vuole, ma chi è in visita almeno eviti di assistere a ciò che consideriamo crudeltà. La lotta finisce con la morte di uno dei due combattenti e il passaggio di mano di tanti soldi, puntati su uno o l’altro degli animali.
DA NON PERDERE
Certo che si viene per il mare, per starsene in relax sotto le palme. Ma Santo Domingo, intesa come la capitale, ha uno dei luoghi che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. E’ la Zona Colonial, vero tesoro di architettura d’epoca e di panorami umani. Palazzi del XVI secolo, acciottolato, balconi in ferro, chiesette di pietra, case coloniali: una meraviglia dove passeggiare con calma, cercando di sfuggire ai richiami delle jeanserie spuntate anche qui.
Ha avuto grande fama, poi si è perduta, adesso è di nuovo un bel posto dove andare. Boca Chica ha il fascino di un nome che sembra perfino peccaminoso, una splendida spiaggia e un tesoro dove pranzare: il Neptuno’s Club, ombreggiate palafitte sul mare, scalette che consentono di risalire dall’acqua fra un piatto di spaghetti all’aragosta, nemmeno scotti, e frutti di mare. Grande atmosfera, al punto che il cibo diventa secondario.
Ebbene sì, molte scene di Apocalipse Now sono state girate qui, lungo il Rio Chavon, non lontano dalla lussuosa e ovattata Casa de Campo. Vera foresta tropicale, che si attraversa risalendo il fiume con lance veloci e comode. Per visioni che ricordano l’avventura, ma che di avventuroso non hanno proprio niente.
La passione per le murene è una stravaganza che merita comunque rispetto. Nella zona di Cabo Cabron, penisola di Samanà, ci sono i fondali più affascinanti di Santo Domingo. In particolare, intorno al relitto di una nave di oltre 50 metri c’è sempre un grande affollamento di murene verdi. Da non perdere o da evitare scrupolosamente: dipende dalle passioni.
Poco lontano dall’Isla Saona c’è una splendida meraviglia della natura. Una secca popolata da una colonia di gigantesche stelle marine. Vivevano tranquille, fino a quando quel punto sperduto in mezzo al mare è diventato il ritrovo di turisti assetati di souvenir. Sarebbe bene non prendere le stelle marine ed esporle al sole, come molti fanno, fosse soltanto per qualche istante di una foto ricordo.
Il merengue non è affar semplice. I bambini imparano questo ballo nazionale prima ancora di riuscire a leggere e per il turista le lezioni prese qui sono garanzia di buon apprendimento. Non di successo. Secondo la tradizione, quel modo di muoversi e di ancheggiare deriverebbe dal passo trascinato degli schiavi, costretti ad avanzare con le catene ai piedi. A volte chi prova ad imparare riesce soltanto a frullare il sedere. E non è un bel vedere.
Giocatori di golf? Santo Domingo è il posto per voi. I campi sparsi sull’isola sono una trentina, con alcune eccellenze, come quelli disegnati da Pete Dye: La Cana di Punta Cana e il Theet of the Dog a Casa de Campo, vicino a La Romana, che secondo molti è il più bello. Ma quasi ovunque, il green è affacciato sul blu dell’oceano.
Ambra e larimar, le pietre del ricordo, sono il tesoro nazionale e si trovano più o meno dappertutto. Certo, cambia la qualità, ma sono la forma e soprattutto il modello che possono conquistare. Il larimar, poi, stupisce per bellezza: in termine tecnici è un tipo di pectolite, ma quel che conta è il bel colore azzurro. Ci fanno anche i rosari, ma braccialetti, anelli e collane sono molto carini. E non costano molto.
DOVE VEDERE L’ALBA
E’ il tetto dei Carabi, 3175 metri di altezza nel cuore dell’isola. Il Pico Duarte è la sfida degli appassionati di trekking, non troppo impegnativa per chi è allenato e un buon diversivo per chi non vuole fare solo mare. Dalla vetta, splendida vista stereo, sull’Atlantico e sul Mar dei Carabi. Il panorama dell’alba è uno di quei ricordi che non si cancellano.
DOVE BALLARE
La notte di Santo Domingo è sempre animata, dalle città alle più sperdute spiagge. Musica dal vivo o in discoteca, voglia sfrenata di divertirsi. Nella capitale, Jubilee è considerato il locale più alla moda. Frequentatissimo anche Guacara Taina, una grotta dove vengono scaricati i turisti che arrivano con le navi da crociera. C’è posto fino a duemila persone. E spesso è pieno. Troppo.