Il Rajasthan è una terra misteriosa, di amori e follie. Di tradizioni vietate dalla legge ma che vengono ancora rispettate: come il sati, che condanna le donne rimaste vedove a immolarsi sulla pira del marito. E poi palazzi straordinari, alcuni dei quali trasformati in alberghi, il deserto del Thar, la fierezza della gente.
DA EVITARE
Facciata in marmo bianco e porte d’argento, il Karni Mata di Deshnock, 30 chilometri da Bikaner, è uno dei piatti forti del Rajasthan. Ma bisogna avere curiosità e coraggio perché qui si venerano i sacri topi, lasciati vivere in assoluta e allegra libertà tra cortili e colonne, in attesa che si reincarnino in uomini. Certo, passeggiano tra i piedi dei visitatori che si avventurano nel loro regno. Sentirsi pronti, o evitare.
Il deserto del Thar è una delle zone più inospitali della terra. Dune, letti di fiumi asciutti per sempre, lagune che sono diventate croste di sale. Spettacolo naturale straordinario e formidabili panorami umani. Ma il trekking in sella al cammello è davvero fatica eccessiva: si dorme in tenda, quattro o cinque tappe fra Bikaner e Jaisalmer. Per stakanovisti del viaggio.
Succede ancora. Anche se la legge lo vieta, anche se chi lo favorisce può perfino essere arrestato. Il Sati è l’estremo sacrificio della vedova indiana, che secondo la tradizione dovrebbe immolarsi sulla pira del marito. Nel Rajasthan succede ancora. E quando accade, gli uomini della famiglia montano la guardia intorno alla pira, mentre la donna si getta sul fuoco e si lascia morire. Per noi, assolutamente inaccettabile.
Impossibile. Impugnare il volante in India, in qualunque zona dell’India, è un rischio folle. Ragazzini che giocano ovunque, vacche sacre e varia umanità invadono le strade senza curarsi di macchine o moto: se non si è abituati, si va avanti a passo d’uomo o si può fare una strage. Una vecchia Ambassador con autista e si evitano problemi.
DA NON PERDERE
Il fascino dei grandi Palazzi trasformati in alberghi è una delle suggestioni del Rajasthan, il paese dei Re. L’Umaid Bhawan palace domina il deserto del Thar ed è una delle più spettacolari residenze al mondo, tutto realizzato in Art Decò. Le suite imperiali conservano arredi originali che si fondono con accessori hi-tech come tv al plasma, connessioni Internet, e zona benessere privata con area yoga e sauna. Tra passato remoto e futuro.
A 1220 metri di altezza ci si può anche ristorare dal caldo. Ma il Monte Abu è soprattutto il monte della saggezza, sacro ai fedeli di Shiva e Visnù. Natura e atmosfera ne fanno un luogo speciale. A pochi chilometri si trova il complesso di Dilwara, cinque splendidi templi costruiti fra l’XI e il XIII secolo, tutti in marmo bianco con colonne e altari conservati perfettamente. Emozionante.
Udaipur è un sogno d’amore in riva al lago. Nell’antica cittadella ci si perde tra stanze chiamate «del cuore e della felicità», ornate di mosaici che splendono come insegne luminose, e piscine in cui le Maharani facevano lussuriosi bagni in acque colorate o in succo di mango. L’arte del vivere felici. Per provarci oggi, soggiornare al Lake Palace, un albergo isola in mezzo al lago, un incanto irrinunciabile.
Il Palazzo dei Venti di Jaipur va visto da dentro, provando davvero a nascondersi dietro le grate delle finestre in arenaria rossa, che consentivano alle donne di guardare in strada senza essere viste. Un gioco che diverte ancora, un’architettura assolutamente stupefacente e sofisticata. Che sorprende ancor di più se si considera che il palazzo è del 1799.
Le tigri sono un’altra grande attrazione del Ranthambore National Park, uno dei pochi posti al mondo dove è possibile osservare da vicino questo straordinario felino. Il periodo migliore per la visita al parco va da dicembre a giugno, marzo e aprile i mesi più indicati per avvistare la tigre.
Jaisalmer è la patria del coraggio folle, che durante le guerre spingeva gli uomini a combattere senza temere la morte: prima di gettarsi nella battaglia finale, uccidevano le loro mogli e i loro figli, perché in caso di sconfitta non dovessero temere la vendetta dei vincitori. Qualcosa di quel carattere è rimasto ancora. E il tempo si è fermato nella cittadella tra gli halaveli, i palazzi costruito nel Settecento dai ricchi mercanti che hanno gareggiato in fantasia e finezza ordinando i ricami più raffinati per le pareti e i balconi, e hanno trasformato la città in un incredibile uncinetto in muratura.
Brahma passò di qui, dalle sue mani cadde un fiore di loto e sbocciò Pushkar. E’ il punto di incontro tra la regione secca e quella umida, è luogo di pellegrinaggio e di preghiera dove si incontrano santoni e sadhu, guru e yoghi, con i capelli ricoperti di grasso, il torace spalmato di cenere, strumenti per accendere la sofferenza e vincere il dolore, come terribili giacigli di chiodi. Una porzione di India violenta e liberatrice, che mortifica il corpo per premiare lo spirito. Luogo per <grandi viaggiatori> o per <vetero-hippy>.
TRAMONTO
Quando il sole scende e infiamma Udaipur, sulla piccola isola artificiale in mezzo al lago Pichola è già pronto l’aperitivo. Una piattaforma per due, con tovaglia di lino bianco, argenti e cristalli. Il servizio arriva in barca dal Lake Palace, secondo i propri desideri. Ma non conta quel che si mangia, conta ciò che si vede. E quel che si prova. Con il cuore.
BALLARE
La danza, da queste parti, è tradizione e cultura. E ovunque ci sia un evento, la festa è affidata a balli e canti. Ma la notte, che nel Rajasthan muore giovane, ha altri ritrovi. Fra i più animati e frequentati, la discoteca del Rajputana Palace di Jaipur .
Gli abiti tradizionali del Rajasthan, coloratissimi, ornati con ricami e specchietti, resi preziosi da argenti e anche avorio. Uno splendore, difficili da indossare, adatti a fisici perfetti. E ancora gioielli, arazzi, sete, miniature, tappeti, broccati, scialli in lana di cammello. A Udaipur i quaderni rilegati in cotone colorato. A Jodhpur copriletto e cuscini: da Shriganesham, al primo piano della Pal Haveli, davanti alla torre dell’orologio. Un artigianato straordinario ancora relativamente a buon mercato.