Fughe

Phuket, la vita dolce

Ognuno ha le sue passioni: adoro la Thailandia e Phuket in particolare. E’ la vita dolce, il mare accogliente, spiagge candide, con possibilità di cambiarne una ogni giorno, servizi inappuntabili, allegria, giorni spensierati. Value for money, direbbero gli americani. Al punto che si può anche pensare di andarci a vivere.

 

 

spiaggia-maya-bay-in-thailandiaDA EVITARE

Un salto. Due passi per il viale. Ma poi via. Fuggire da Patong prima che diventi troppo tardi: sia per l’ora, sia per la capacità di resistere alle tentazioni. Divise per stradine lungo Bangla road– si chiamano Soi – appaiono le mille varietà della trasgressione: donne d’Indocina, con zigomi come balconi, trans vistosi, maschi palestrati disponibili per signore o per altri maschi. C’è chi sceglie Patong per perdersi. Da osservare per un attimo, senza fermarsi troppo.

C’erano una volta, nella giungla di Phuket, tigri, orsi, rinoceronti, elefanti. Oggi sono rimasti scoiattoli, gibboni e volpi volanti, che sono pipistrelli un po’ più grandi. E’ vero, c’è la rara palma dal dorso bianco, ma la visita al Parco Nazionale Khao Phra Taew non entusiasma. Meglio, allora, andare direttamente al Centro di Riabilitazione dei gibboni: si può contribuire, anche con la sola visita, ai programmi di reinserimento nel loro ambiente originario.

Fra le specialità gastronomiche non vanno iscritti i nidi di rondine. Cattivi e costosi, sono raccolti da queste parti, dentro grotte alte decine di metri dove si arrampicano giovanotti che ogni tanto precipitano. Una ragione in più per evitarne il consumo

 

phang-nga-bay-afternoon-and-nightDA NON PERDERE

Cuscini verdi che sbocciano dal mare, bonbon calcarei coperti da una vegetazione fittissima. Lo slalom di sguardi tra le formazioni rocciose della baia di Phang Nga è una delle visioni più belle che la natura ci abbia regalato. Una fuga di faraglioni che si inseguono all’infinito e disegnano chiaroscuri che ciascuno legge e interpreta come vuole: volti, animali, figure rubate ai ricordi. Goldfinger venne girato qui, nell’isola che adesso porta il suo nome. Ma ogni angolo è un’emozione nuova. Bello da far paura.

Massaggio, massaggio. Con le erbe. In spiaggia. Con le pietre vulcaniche (trovate vicino al porto). Con le campane tibetane (fatte dal fabbro del paese). Ma massaggio, massaggio. Esperienza splendida, come sempre in Thailandia. Tutti i grandi alberghi hanno una spa e tutte le spa hanno un’offerta varia di trattamenti. Va molto il Lomi Lomi, significa Buon Ricordo, è soft e rilassante. L’ultima tentazione è lo scrub cioccolato e albicocca che pulisce la pelle e rinvigorisce i muscoli, seguito da un massaggio rilassante, sempre a base di ciccolato. Garantita la non assunzione di calorie.

Maya bay, a Phi Phi, è l’incanto che si vede nel film con Di Caprio, The Beach. Ora si accede pagando un biglietto, decisione presa per scongiurare un affollamento che stava soffocando questa meraviglia. C’è stato un periodo in cui per nuotare si doveva fare lo slalom fra le ancore. Ora va molto meglio. Con la barca veloce che parte dalla Marina di Phuket si arriva in 90 minuti.

Chartered Bank corner in Phuket Town, Phuket, ThailandVille e case in legno, portici e pergolati, colori pastello, balconcini. L’atmosfera avventurosa di Thalang, Deebuk, Yao Warat, le vie dove si trovano gli edifici meglio restaurati. E’ qui che comincia la passeggiata romantico-coloniale nella vecchia Phuket Town, merito dei mercanti cinesi e portoghesi che costruirono queste case che fanno ancora sognare. Chiudi gli occhi e vedi Sandokan.

Illusione della fede. E’ la visione intorno alla statua di Luang Pho Chaem, che fu abate del tempio Chalong, a 6 chilometri da Phuket Town. Era bravissimo nel ridurre le fratture, anche senza gesso. Oggi chi invoca il suo aiuto mette in bocca alla statua una sigaretta accesa. Lui era un fumatore accanito e una corrente d’aria continua a far consumare il tabacco, come se il monaco e il suo vizio vivessero ancora.

La cena più romantica è lontana dal mare, al Krajok Sii di Phuket Town, in quello che era un negozio di scarpe. Per trovarlo bisogna affidarsi a un tassista opportunamente istruito. Ottimi il curry verde di pesce al vapore e l’insalata di mango. Va benissimo la Singha beer.

Un briciolo di coraggio. Per lasciarsi inghiottire dalla roccia, sdraiati su canoe di robusta plastica, e sbucare poi dentro un faraglione dove la vita è come nell’Eden di Adamo ed Eva. Dentro ci sono gibboni e splendidi uccelli, mentre il silenzio della natura è appena infranto dal lieve mormorio delle canoe. E’ la proposta di Sea Canoe, comitiva di avventurieri, con cui si va alla scoperta di grotte, isolotti, faraglioni con escursioni che durano da uno a diversi giorni. Indimenticabile.

phuk111Con i bambini? Al Katathani beach resort, chilometri quadrati di piscine, parco ombreggiato, accesso diretto al mare dalle junior suite proposte a prezzi accessibili. In coppia? All’Amanpuri resort, passione di Naomi Campbell. Ville da due a sei camere ognuna con piscina e servitù private. L’architetto è lo stesso che progettò il Palazzo d’Inverno dello Scià di Persia. Sfarzo senza limiti. Come i prezzi: arrivano fino a 8 mila dollari a notte.

Chi non sa rinunciare al vino, e può permettersi di spendere buone cifre per brindare in terra Thai, ha il suo posto d’elezione a The Boathouse Wine & Grill, all’estremità meridionale di Kata Yai. La sua cantina – unica della Thailandia – è stata citata ed elogiata da Wine Spectator, bibbia degli intenditori. Prenotare.

Phuket_surf_tramonto_67712842AL TRAMONTO

Un velo rosa avvolge Phuket al tramonto, quando la risacca diventa lieve e il vento scompare. Le spiagge si svuotano ed è l’ora per affrontare il mare da soli. Bevendo un lime fresh, succo di lime con ghiaccio e selz. Oppure azzardando un sorso di Mekong, micidiale whisky locale. Chi vuole può salire fino al piccolo promontorio di Nat Hai Han, dove arroccato a mezza costa c’è lo splendido Royal Phuket Yacht Club: lo stanno ristrutturando, riaprirà fra qualche mese.

 

 

Bangla-RoadDOVE BALLARE

La folla che vuole vivere di notte si trova a Patong, in locali dai nomi minacciosi, come Jungla, Safari, Shark club: sempre affollati, anche le turiste sole sono benvenute e non hanno problemi. Nei go-go bar le ragazze si esibiscono ballando su passerelle e aggrappandosi a tubi di metallo. Non elegante, nè ingenuo. Ma fa spettacolo: per un’occhiata veloce o per una notte intera. Uno dei locali più conosciuti è il Gonzo bar: nomen omen.

COSA COMPRARE

La seta, innanzitutto, quella thailandese tradizionale, piuttosto pesante, adatta più ai completi che alle camicie. Sarti esperti, molti sono indiani, tagliano e cuciono in 24 ore riuscendo a copiare bene qualsiasi modello. Buono anche il cotone. E poi, naturalmente, tutti i falsi d’Oriente, dalle borse agli orologi, dagli occhiali alle cinture, dalle scarpe alle magliette.

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