Questo pezzo è uscito qualche settimana fa, lo ripubblico dopo le tragedie di questi giorni.
Tra le città del mondo, non è nella short list di quelle che preferisco. Ma Parigi è pur sempre Parigi e Saint Germain ne è il cuore orgoglioso e vivace, ricca di suggestioni, capace di emozionare, straripante di tentazioni e proposte, luoghi storici e tavole da non perdere. Andarci ora è un modo di testimoniare la nostra solidarietà.
A chiamarli parigini c’è il rischio di infastidirli. Con orgoglio e senso di appartenenza gli abitanti del quartiere adorano essere chiamati <germanopratins>.
Il letto alla francese, una piazza e mezza, è misura pericolosa, trabocchetto finto romantico: piccolo abbastanza per favorire le notti degli innamorati che adorano dormire abbracciati, troppo piccolo per consentire il riposo di chi, pur innamorato, ama dormire comodo.
La tentazione può venire anche stando da questa parte della Senna. Ma è bene saper resistere. La cena a bordo di un battello costa più di quanto possa richiedere un allegro pasto in brasserie e l’atmosfera spesso delude.
DA NON PERDERE
E’ la piu’ antica chiesa di Parigi a dare il nome al quartiere. Costruita nel 542, divenne luogo di sofferenza negli anni della Rivoluzione: nelle sue vicinanze, nel 1792, 318 preti vennero uccisi da una folla inferocita. Qui è sepolto Cartesio, il filosofo del <Cogito ergo sum>.
Tutta Saint Germain fa da sfondo alle scorrerie sentimentali del protagonista di <Con te fino alla fine del mondo>, Feltrinelli, atlante di luoghi ed emozioni sotto forma di romanzo rosa scritto da Nicolas Barreau. Furoreggia fra le giovani alle quali dà simpatici suggerimenti. Come comprare biancheria sexy da Sabbia Rosa, 73 di rue Des Saints-Pères, con lingerie creativa sui toni corallo e pesca. Cindy Crawford è cliente affezionata.
Rue de Canettes ospita due fra i migliori ristoranti del quartiere: la creperie de Canettes e La Boucherie, dove si mangia una straordinaria tartare. Per i crostacei e i frutti di mare, invece, bisogna andare da Le Zinc, rue Saint Benoit 11.
Per incontrare Vincent Lindon che fa colazione si va Au cafè de La Mairie, davanti alla chiesa di Saint Sulpice, quella dove è ambientato gran parte del Codice da Vinci di Dan Brown.
Ai Deux Magots per l’aperitivo (ottimo il Margarita) o per la chef salade. E’ qui che si ritrovavano gli Esistenzialisti, a riflettere sui destini del vivere. Oggi è luogo di piccoli piaceri, perfetto per una pausa dopo essere usciti dal negozio di Louis Vuitton che è proprio lì accanto.
Dagli abiti ai giocattoli, tutto ciò che può far felici i bambini, oltre che i genitori, si trova da Ovale in boulevard Saint Germain 200. Non solo per piccoli lord e madamine. Non è economico.
A Parigi può anche succedere che sia una libreria a prendere il posto di una boutique griffatissima. Così è accaduto al 170 del Boulevard, dove la libreria Hune ha sostituto un negozio Dior.
Un inno alla gioia di vivere la vivacissima rue Buci, con le botteghe colorate e il mercato, ricco di banchi carichi di ostriche, frutta, fiori. Al numero 2 la libreria Taschen disegnata da Philippe Starck.
I cultori della politica hanno uno dei luoghi simbolo: in rue de Bièvre c’è l’ultima casa di Francois Mitterrand, adorato presidente socialista. Chi invece vuole vedere dove nel 1821 visse – in una soffitta – Victor Hugo, deve andare al numero 30 di rue de Dragon.
Le Procope è il più antico caffè del mondo. Fondato nel 1686, fu il luogo preferito da Voltaire che qui beveva ogni giorno decine di tazze di un mix di caffè e cioccolato. Si racconta che il giovane Napoleone, ancora senza soldi, lasciò in pegno il suo cappello prima di pagare un conto.
Piccole gioie dello street food. A fianco della chiesa di Saint Germain c’è il baracchino di crepes da non trascurare. Dolci o salate, sono tutte deliziose.
La Brasserie Lipp, buon cibo, piastrelle e Art Nouveau, frequentato da Hemingway, Mitterand, Chirac, fu teatro nel 1965 di un giallo internazionale. Il leader marocchino Ben Barka venne sequestrato da agenti francesi mentre provava ad entrare nel locale. Da allora non se ne seppe più niente.
Tentazioni ipercaloriche al Cafè Flore, eccellenza per la cioccolata fumante e i croissant, i più buoni del quartiere.
In rue de Chercez midì c’è un piccolo panettiere che sforna una grande delizia: chausse au pom è un calzone dolce ripieno di mela.
Va bene, è italiano, ma i francesi fanno la fila davanti a Grom, rue de Siene per mangiare <il gelato come una volta>. Gusti naturali e coppette anche per chi soffre di intolleranze.
Più di moda della moda. Il cioccolato qui è una vera istituzione. E se i pasticcini di Ladurée, rue Bonaparte, sono considerati fra i più buoni del mondo, altri luoghi da non perdere nel quartiere per gli amanti del cioccolato sono Richart, Patrick Roger, Debauve & Gallais, Michel Chaudun, Sadaharu Aoki, Gerard Mulot, Peter Beier, La Maison du Chocolat e Le Bac à Glaces.
Picasso dipinse qui Guernica, capolavoro di denuncia per gli orrori della guerra di Spagna. Era il 1937, il pittore viveva al numero 7 di rue des Grand Augustin. In strada, ed esattamente nella piazza Laurent Prache, è esposta una testa in bronzo di Dora Maar scolpita dall’artista spagnolo.
L’atmosfera, ma anche il panorama umano. <La Palette>, rue de Siene 43, è caffè bistrot dove i trentenni trendy vanno a prendere l’aperitivo. Citato nel romanzo di Barreau, è palcoscenico intrigante dove farsi vedere e guardarsi intorno. Quando è a Parigi, Julia Roberts non manca mai.
BALLARE
E’ vivace la notte di Saint Germain, fra locali dove si fa musica, molto jazz, pub e bistrot. Chi ama ballare può scegliere fra La Rive Gauche, tendenza lesbo, il Club Romeo, ogni giovedì serata a tema, Wagg e Les Quatres Vents. Poi, per chi vuole, intorno c’è la notte di Parigi con Silencio che furoreggia, il locale di David Lynch che porta a Montmartre folle di nottambuli.