Aironi, cormorani, gabbiani e gabbianelle e a saper cercare con lo sguardo, lì nell’azzurro profondo che si apre oltre le vette, si può avvistare anche qualche falco. Nel mare, quando il sole scende oltre l’orizzonte, non è raro che branchi di delfini si avvicinino a riva così, per giocare fra loro, per far festa. E di fronte al “whales cape”, passano spruzzando le balene, nella stagione che le porta ad attraversare l’Oceano Indiano. L’Oman delle meraviglie è semplice, rimasto com’era, da secoli e millenni. La natura non ha ancora tormenti in questa porzione di mondo, pacifica e tranquilla, anche se alcuni paesi vicini, lo Yemen, ad esempio, hanno smarrito da tempo ogni serenità.
L’Oman del Dhofar, regione a sud, affacciata sul Mare Arabico, è parte di un Sultanato felice che ora offre i suoi tesori a un turismo variegato. Chi cerca trova, fra le dune del deserto e le spiagge infinite, le rocce a picco sul mare e le piantagioni di incenso. Si vivono emozioni smarrite, come la passeggiata dei dromedari su spiagge che per vastità e suggestione possono ricordare quelle di Goa, che infatti è proprio sulla costa di fronte, esattamente dall’altra parte del mare, a qualche migliaio di chilometri.
Ritmi di vita e tradizioni che arrivano da lontano. La fretta è una malattia sconosciuta, l’etichetta vuole che si mangi con le mani ed è bellissimo riscoprire il contatto naturale del cibo con le proprie dita: non è obbligatorio per chi arriva da lontano, ma è esperienza divertente e anche istruttiva sedersi per terra in un ristorante, con le pietanze poggiate su una specie di tovaglia in plastica, stessa anch’essa sul pavimento: diverse qualità di riso con spezie, capra o agnello cotti lentamente con sapore splendido, squalo essiccato con grano al vapore, succo di limone, peperoncino e cipolle. Gusto impegnativo. Nei ristoranti i commensali non prenotano un tavolo ma una stanza, in modo che le donne possano per mangiare stare più comode e togliersi il velo nell’intimità della famiglia. Altrimenti ci si sistema in stanze da pranzo diverse, per uomini e per donne.
Tanto rigore non è per nulla, perché qui funziona ancora così. E l’esercizio del rispetto di culture e tradizioni è alla base di ogni tolleranza. L’Islam dell’Oman è moderato, ma non apprezza violazioni. Libertà assoluta, invece, nelle strutture per occidentali, dove le signore dovranno rinunciare al topless, ma potranno tranquillamente prendere il sole in bikini e vestire come fossero a casa. Destinazione perfetta per famiglie, anche con bambini, per coppie in cerca di romanticismo – cene a lume di candela sulla spiaggia o nel deserto – per curiosi di antiche civiltà – qui cominciava la via dell’Incenso – per contemplativi che amano la Natura. Chi cerca invece il lusso, offerto con discrezione e senza la volgarità dello sfarzo, trova all’Anantara Al Baleed il resort per una vacanza indimenticabile, splendide ville sul mare con piscina privata.
L’Oman è la terra affascinante di una favola contemporanea, dove i sudditi di un amato Sultano non conoscono parole che da noi affannano ogni famiglia: crisi, disoccupazione, licenziamenti. Non per niente da qui arrivavano oro, incenso e mirra. E oggi si esporta l’Amouage, il profumo più caro del mondo, che al duty free shop dell’aeroporto supera i 250 dollari a confezione. Il denaro, però, non condiziona più di tanto gli omaniti. Anche se il ministero del turismo investe milioni per lo sviluppo, con piani studiati fin nel minimi dettagli, il pensiero di questa gente ospitale si confronta sempre con l’idea del nulla che confina con la loro vita. Qui c’è il <quarto vuoto>, come lo chiamano loro, il Rub al-Khali, la più vasta distesa di sabbia del mondo, terra del silenzio assoluto, vasta come la Francia, a cavallo fra l’Oman e Arabia Saudita. Il deserto che li abbraccia sa scaldare i loro cuori: guardateli negli occhi quando vi salutano, troverete degli amici.