Il Mal d’Africa può sbocciare qui, nella Namibia degli Himba o degli Herero, dove si vola in mongolfiera, si rincorrono dune di 300 metri, e, volendo, si può anche soffrire un po’ di freddo. Un mondo da incredibile ma vero, dove si può fare picnic fra l’oceano e il deserto
DA EVITARE
Angelina Jolie ha scelto di far nascere la figlia che poi ha chiamato Shiloh Nouvel a Walvis Bay, sulla costa atlantica della Namibia. Era il maggio 2006. Non serve un test così rischioso per capire che questo paese è forse il più organizzato dell’Africa. Fidarsi è già sufficiente.
<In Africa mai con i bambini> dicono in tanti. Sciocchezze. Semmai la Namibia non sarà un paese per vecchi, ma per bambini sì. Ampie zone malaria-free, menù personalizzati per piccoli, servizio di baby-sitting quasi ovunque, anche nei campi tendati. Per far sbocciare il mal d’Africa anche in tenerissima età.
La Duna 45, nel deserto del Namib, è fra le più alte al mondo, supera i 300 metri. L’arrampicata può anche sembrare una sciocchezza, ma non lo è. Si cammina in fila indiana sul bordo, i piedi affondano, si fatica dannatamente. E non si arriva mai. Mai.
DA NON PERDERE
Animali e natura, ma non solo. Windoeck, la capitale della Namibia fondata dai tedeschi intorno al 1890, è città suggestiva con alcune stravaganze. Fra queste la collezione di meteoriti cosidette di Gibeon, parte della <pioggia> che colpì la Namibia settentrionale nel 1836. Affascinante il mercato nella zona pedonale di Post Strasse, frequentato dalle etnie Herero, Khoi-Khoi, Boscimani.
I costumi delle donne Herero sono famosi e molto belli: indossano gonne con la crinolina proprio come si usava in Europa nell’Ottocento. Uno degli ultimi retaggi della colonizzazione tedesca.
Un volo in mongolfiera sul deserto. Emozione unica, neppure difficile da organizzare, prevista in molti lodge. Utile anche, dicono alcuni, per vincere le vertigini.
L’osservatorio del Sossuvlei Mountain Lodge, considerato uno dei migliori alberghi del mondo, nel Namib Naukluft National Park. Tutte le sere, quando il cielo diventa buio, si osservano stelle e firmamento con potenti cannocchiali messi a disposizione dalla direzione. Spettacolo fantastico, spiegazione inclusa, per chi vuole ascoltare l’astronomo.
Picinic tra deserto e oceano. A Sandwich Harbour si arriva in jeep o anche in quad, e ci si ferma al confine, fra le onde e le dune. In dotazione, champagne ghiacciato, ostriche e calamari fritti. Solitudine. Poi, all’ora fissata, c’è chi torna a riprendere i <naufraghi>. Chi soffre d’ansia avrà in dotazione un cellulare anche satellitare.
I Brangelina, la coppia più giramondo nel jet set della celluloide, ha un buen retiro anche in Namibia. The Burnign Shore è il rifugio africano di Brad Pitt e Angelina Jolie, un bed&breakfast con una ventina di camere e spa. E ottima fama.
Appassionati di rinoceronti? Il posto giusto è l’Okaukuejo Rest Camp. Ha una pozza d’acqua che di notte viene illuminata per vedere bene i rinoceronti che arrivano a dissetarsi. Appuntamento fra le 20 e le 22. C’è anche uno chalet proprio lì davanti, il Premier Waterhole Chalet: se si vuole proprio quello, prenotare con il giusto anticipo.
L’Onguma Luxury Tented Camp è una di quelle esperienze che non si dimenticano. E’ fra i lodge più eleganti ed esclusivi della Namibia, vicino all’ingresso di Namutoni del parco dell’Etosha.
La foresta degli Spettri. Nessuna paura, non ci sono cadaveri o spiriti in circolazione. E’ chiamata così perché gli alberi, chiamati moringa, hanno rami che sembrano braccia spettrali. Spettacolare.
Freddo in Namibia. C’è, eccome. A Terrace Bay, battuto dal vento, a ridosso dell’oceano. Sui tetti delle case vivono comunità di anatre che si stringono fra loro per scambiarsi un po’ di calore.
Natura selvaggia anche in mare. Cape Cross è famoso per una gigantesca comunità di foche composta di 60mila individui. Nei dintorni di Luderitz invece, si possono visitare le colonie di pinguini, a Penguin Island e a Halifax Island. Se si naviga verso Halifax Island è facile incontrare banchi di delfini che saltellano allegramente attorno all’imbarcazione. Spettacolo crudele verso Diaz Point: le foche vanno a caccia del loro cibo preferito, i pinguini di Jakass. E spesso li trovano. Da evitare se si viaggia con bambini.
Shopping a Windhoek, la capitale, dove ci sono negozi interessanti. Maschere tribali e gioielli si trovano da Bushman Art, Nomad e Cobwebs, arredi e lenzuola in lino da Casa Anin, tappeti in lana, anche di pregio, al Karakulia Craft Centre. Al Penduka Project Centre arte e artigianato locale, batik e tappeti: il ricavato viene devoluto a donne disabili che vivono nei villaggi.
Chi ha voglia di giocare, sempre nella capitale può tentare la fortuna andando in due Casinò: al Windhoek Country Club Resort oppure al Kalahari Sands Hotel.
Al Tug, un locale ricavato da un vecchio rimorchiatore arenato non lotano da Walvis Bay: si beva quel che si vuole ma si provino le ostriche, meno di un euro l’una. Atmosfera unica, panorama irripetibile. Occhi e cuore, per un po’, restano qui.
DOVE ANDARE A BALLARE
Windhoek è città cosmopolita e ha anche discoteche all’avanguardia. Fra le più rinomate e frequentate ci sono il La Dee Das e il Club Thriller. Nel resto del paese bisogna affidarsi alla tradizione, che vede intorno ai falò danze propiziatrici per un futuro fatto di belle speranze. A meno che non si voglia assistere, e partecipare, a qualche spettacolo tribale.