Un mondo dolce e feroce, un’onda di profumi e maree, di baie deserte e foreste di pinnacoli calcarei o di baobab. E’ il rifugio dei pirati della civiltà, che cercano lontano dai veleni della vita moderna un luogo dove restaurare l’animo. E’ la fuga dal primo mondo, è l’invenzione di un lavoro che non tormenti la vita e offra guadagni ma anche tempo e occasioni per goderseli. C’è chi in Italia ha smontato imprese e laboratori e ha trasferito da queste parti piccoli alberghi o gelaterie: ora sono infastiditi da zanzare a volte un po’ maleducate, ma dicono di sentirsi <molto più felici>.
Il Madagascar è grande due volte l’Italia, 1600 chilometri di lunghezza e oltre 600 nel tratto più largo. E ha una corona di piccoli arcipelaghi che incantano per bellezza. Il Madagascar è davvero un mondo a parte, con una storia e una cultura originali che affondano le loro radici in un passato remoto e misterioso. E fanno di questa isola una terra affascinante, splendida, avventurosa. Altipiani, montagne, deserti, foreste pluviali, canyon, grotte, piscine naturali. E il mont Pessot, la montagna sacra che domina come un trono degli dei le baie intorno a Nosy Be, l’isola di magica bellezza dove leggende e credenze insegnano che chi regola i destini del mondo vive su quest’altura magica e incantata, brulla e feroce.
Il mont Pessot incombe come un giudice severo su Nosy Be, l’isola grande nell’arcipelago che incorona il Madagascar. E’ qui che ogni giorno si consumano fatica e attese dei mortali, impegnati a salire fino in cima per cercare la speranza: è qui che chiedono di essere ascoltati da chi vive nel cielo e anima la terra e il mare. Come accade alle donne che vogliono diventare madri e non riescono ad avere figli. A volte vanno nel cuore dell’isola, nella foresta vicino Mahatsinjio, in pellegrinaggio fino al grande banano: ma se neppure quell’albero sacro riesce a far nulla per loro, allora salgono sul mont Pessot.
Ci arriva anche chi non ha nulla da chiedere e in viaggio nel Madagascar scopre le meraviglie di una natura rimasta com’era. Da qui l’occhio si incanta di splendori. Soprattutto al tramonto, quando un pittore impazzito colora di rossi e rosa, viola e gialli un cielo che si lascia abbracciare dal bianco al blu cobalto. Sulle rive africane basta poco per rallegrare lo spirito e il Madagascar offre davvero molto più del necessario.
La suggestione di Antananarivo, la capitale, chiamata affettuosamente <Tanà>, i parchi nazionali che consentono di osservare i lemuri, sorprendente specie animale che ha scelto quest’isola come sua unica casa, ma anche le aquile pescatrici, i camaleonti, le tartarughe. E poi ciuffi di terra che spuntano dall’oceano, Ile Sainte Marie, antico covo di pirati, Nosy Tanikely, isola minuscola con spiagge incantevole e il mare più bello di tutto il paese, con vasche naturali che la marea riempie e svuota e trasforma in piscine dove sguazzare: qui gironzolano le volpi volanti, mentre Nosy Komba è il regno dei lemuri e Nosy Sakatia è il rifugio dei camaleonti.
Meraviglie della natura e bellezze umane. Il Madagascar vanta anche donne affascinanti, alte e slanciate: finchè resiste la gioventù. Il tempo le appesantisce, colpa degli anni che passano, della manioca che mangiano e delle gravidanze che collezionano, ma restano comunque di un’abbagliante bellezza cromatica, fasciate dagli sgargianti parei d’Africa, stoffe che sembrano urlare i colori, gridare il verde e il rosso e il giallo che fascia quelle pelli nere e brillanti come l’ebano. I volti spesso sono segnati da una tristezza antica, gli occhi non sono quasi mai allegri. Il sorriso è un bene raro e prezioso da queste parti, dove lo straniero non è ancora una presenza abituale e la vita resta dura. Ma in un’isola-continente che è uno degli ultimi incanti del mondo.