Fughe

Seychelles, Bob e La Sirene

 

SeyschellCi sono posti che scaldano il cuore. Anche se sono fatti di niente: quattro tavoli sulla sabbia, niente tovaglia, certo, un bel panorama e una cucina <avventurosa>. Come era stata la vita di Bob, ex ufficiale della legione straniera, un ricamo di cicatrici sparse equamente su tutto il corpo, un cuore grande che a un certo punto si è imbizzarrito e ha cominciato a battere come voleva lui. Finché ha smesso. E La Sirene, ristorante cult, direbbero gli intellettuali, ha smesso di rallegrare l’ora di pranzo di Mahè, l’isola grande delle Seychelles. Bob era nato in Belgio, aveva girato il mondo e seminato bombe e proiettili un po’ ovunque, poi si era fermato alle Seychelles, capaci di stregare anche un bruto. Ma lui non lo era, anzi, deposte le armi aveva riscoperto l’animo dolce e protettivo: si innamorò di una bella creola e mise su famiglia.

<Vedi – ripeteva ai suoi clienti – alle cinque chiudo. Potrei stare aperto anche la sera, ma voglio stare con mia moglie e mia figlia. Altrimenti che senso ha la vita?>.

seychelles44Aveva ragione. La mattina si piazzava presto in questo piccolo paradiso ombreggiato a Anse aux Poules Bleues, guardava il mare, controllava che stessero bene le due tartarughe giganti che teneva un po’ libere un po’ in un recinto, dava ordini in cucina. Per sfornare, fra le altre cose, il pipistrello arrosto, gran bontà di queste isole dall’animo un po’ selvaggio. Poi serviva i clienti. Con un sistema che i cultori delle complicazioni hanno poi ribattezzato <barefoot>, quell’unione di ricercatezza e semplicità che fa tanto <chic> e che gli strateghi del marketing sfruttano con spietata crudeltà. Tipo: ti faccio dormire in un’isola deserta, non ti do niente, né cibo né coperte, mi paghi tremila euro a notte. Ecco, Bob amava l’autentica semplicità, senza altri aggettivi e senza sovrapprezzi. Cuore rude e generoso, trasformava la chiacchiera in allegria portando in tavola il suo Gran Caffè Speciale, forse una miscela Nescafè o qualcosa di analogo, annegata però in un rum dolcissimo. Nettare da fine pasto e inizio sonnolenza.

seychellesOra Bob non c’è più e la figlia ha dato il via al nuovo corso de La Sirene. Non l’abbiamo ancora provata e ci affanna un pò l’idea di tornare senza trovare lui. Ma chi non c’è stato ancora, vada e scelga un tavolo che lasci scivolare lo sguardo fino all’orizzonte, fra le isolette che fanno da quinta a questo teatro della meraviglia. Chissà se fanno ancora il pipistrello arrosto e servono il Gran Caffè, chissà se le tartarughe sono rimaste lì. Di certo resiste una leggenda, che racconta dell’ex autista di Bob, un omone dell’Africa centrale. Dopo la morte del suo <boss>, lo chaffeur andò dalla famiglia di Bob e chiese un permesso: <Vorrei mangiare il suo cuore – disse – perché voglio portarlo dentro di me e diventare buono come lui>. Gli risposero, garbatamente, di no. Ma tutti ricordano ancora il grande, indimenticabile Bob.

 

 

 

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