Brasile / Il Reportage

L’anima libera di Jericoacoara
Oceano, dune e gioia di vivere

Jeri06Il ringraziamento è per quel che sarà domani. C’è una speranza infinita nello spirito che anima Jericoacoara, l’idea che il futuro, anche immeditato, sarà migliore del passato, anche recente. Questa è una porzione di mondo lontana dal mondo, dove i problemi restano sulla statale che collega Sao Louis a Fortaleza, l’infinita striscia d’asfalto che attraversa Maranhao, Piauì e Cearà, fra asini sconsolati e scodinzolanti, laghetti rinsecchiti, cartelli che annunciano frango, ossia pollo, e caipirinha. Ma quando si imbocca l’uscita indicata da quattro lettere magiche, Jeri, è come se si varcasse il casello dell’ordinario. C’è un minuscolo cartello, a forma di arco di trionfo, si leggerà una volta arrivati fra le stradine senza asfalto, che dice: “Sorridi, la connessione è gratuita: benvenuto nella terra dell’allegria”.

Duna-de-Jeri-Web-MedJericoacoara è un’invenzione dell’anima, creata da uno spirito generoso che qui ha concentrato ogni desiderio umano. Le dune si rincorrono tra oceano e palme come una comitiva di giovani felici, che su questa spiaggia si ritrovano davvero e inseguono senza affanni i loro sogni di leggerezza. Non soltanto con il surf. Paula e Gabriel vengono dall’Argentina, dove hanno lasciato una vita promettente ma noiosa. Quarant’anni in due, vendono cornetti ripieni di cioccolato o crema pasticcera. “Ma anche di niente, se ti piacciono”. Ora è lei a essere farcita di gioia e orgogliosa di una minuscola attesa che altrove nessuno confesserebbe: “L’abbiamo saputo ieri, aspettiamo un figlio”. Senza ansie né preoccupazioni. Siete felici? “Ma che bella domanda. Era tanto tempo che nessuno ce lo chiedeva…”.

rua-principal-jericoacoara[2]Basta poco, qui, per spalancare l’animo alla gioia. Basta guardare le dune e le onde, così simili anche se diverse, perché a Jeri la sabbia si muove e cancella ogni impronta in pochi secondi, con il vento che fa ruzzolare milioni di granelli e rinnova l’esistenza di quei monumenti alla bellezza cambiandoli ad ogni istante, come ogni essere umano vorrebbe forse poter fare con la propria vita. E si prova anche a domarle, quelle onde e quelle dune, con l’aiuto di impetuose folate che regalano a chi sa governarle il sogno di librarsi lievi come uccelli, sull’acqua o sulla sabbia.

 

Bisogna sentirsi liberi nell’anima e nella testa per riuscire a godere di tanta bellezza. Questo è un posto che regala sogni e spazza via rimpianti, fa accarezzare davvero la libertà, la fa vivere e sentire come fosse un’amica a lungo cercata e finalmente trovata. Ecco perché il ringraziamento è per quel che sarà, non per quel che è già stato. E il rito pagano della preghiera si recita ogni sera, per un po’ silenziosa e immediatamente alcolica, sulla duna più alta o nelle pousadas che guardano il mare, l’Atlantico che può impaurire, e qui fa innamorare.

Certo, la caipirinha, gustosa miscela di lime, ghiaccio, zucchero bianco e cachaca, in proporzioni che fanno modificare il grado di euforia, influisce sui comportamenti: soprattutto quando al primo bicchiere ne seguono una comitiva di altri, Anche sulla grande duna, dove due carretti, che immancabilmente arrivano lassù ogni sera, servono con il sovrapprezzo dell’altitudine bicchieri colmi di dosi di placebo di felicità.

jerialchyMa si sta bene, e che anche dio benedica la caipirinha, con la caipiroska e tutte le altre infinite declinazioni che cambiano nome e gradazione se al posto della cachaca si mettono vodka o altre miscele. Le strade qui sono soltanto sentieri di sabbia, nemmeno fra le quattro strade del villaggio l’asfalto ha violentato la natura ed è meraviglioso passeggiare ovunque a piedi nudi. Si sentono i rombi possenti dei dune buggy, con cui si arriva nel nulla del deserto intorno, punteggiato di piccoli laghi, alcuni trasformati in esclusivi beach club come l’Alchymist, opera di un italiano arguto e di buon gusto, tale Giorgio Bonelli, che da quanto risulta sembra essere il padrone di mezza Jeri, almeno delle strutture ricettive di maggiore qualità.

IMG_3209Un altro italiano è il re della cucina, il toscanissimo Roberto del Leonardo da Vinci, pesce, carne e superba pasta fatta in casa ai frutti di mare. Gustosissimo, perché condito con salsa segreta, il ceviche del Tamarindo, altra buona tavola dove ottimo è anche l’arroz negro, il risotto nero. Poi c’è la notte, che sa di musica o di nulla, nel silenzio di un tropico felice, dove le dune si muovono e i bambini sognano di arrivare in cima, in sella ai cavalli bianchi di Josè, che il pomeriggio organizza le cavalcate sulla spiaggia e la mattina fa lezione di surf, dagli 8 anni in su. Ma chi vuole può provarci anche prima. Questa è Jeri, dove domani è sempre meglio di ieri e si applaude al tramonto, quando il sole scompare a va a tuffarsi nell’Oceano. Domani sarà un altro giorno, con altre gioie, altre felicità. Può succedere. A Jeri. 

 

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