Basta esser capaci di riderci sopra. Anche se capita di sentirsi chiamare con l’altoparlante mentre all’aeroporto di Las Vegas si aspetta la partenza del volo per il Gran Canyon. Una spiata, evidentemente, e si finisce sulla bilancia. «Oltre 100 chili: questo è il suo posto, in coda all’aereo. Non si alzi per nessuna ragione: si muova soltanto se glielo ordina il personale di bordo». La fatica di essere robusti. Condannati a sfondare sedie in piscina o sulla spiaggia, in pericoloso equilibrio sulle canoe quando si discendono fiumi, rifiutati dai risciò di tutto l’Oriente, ad eccezione di quelli condotti dagli uomini cavallo di Calcutta, che, poveretti, pur di guadagnare dieci rupie si sottopongono a qualunque fatica. Grasso è bello? In viaggio parrebbe di no, anche se l’antica tradizione confuciana sostiene che «un uomo senza pancia è come un cielo senza stelle». Ma è così che i furbi inventori di strategie di marketing lanciano per il turismo una nuova nicchia da esplorare. Guerre ed epidemie restringono i confini dei territori visitabili? Bene, la risposta è allargare il modo in cui viaggiare dentro confini più ristretti. Le mode e le novità si rincorrono e con i corsi e ricorsi arriva, a scadenze prefissate, anche il turno di chi ha un corpo ricco di calorie. Basta con il far sentire in colpa una signora taglia 48. In una comunità di robusti anche un mister taglia 62 può trovarsi serenamente a suo agio. L’orgogliosa riscossa di chi non ama stringere la cintura è cominciata in Messico, Riviera Maya, in un luogo che si chiama Freedom Paradise, poco lontano da Tulum: spiaggia bianca e atmosfera caraibica. Ma soprattutto, porte d’ingresso più larghe, sedie senza braccioli, per evitare che un fuori taglia resti prigioniero, e mobili rinforzati, letto compreso. E’ stato un successo e ora un resort analogo si sta costruendo a Cancun. Più si è signori grandi forme, più si prova il desiderio di stare comodi. Il disagio è evidente soprattutto nei momenti di relax, in particolare quando ci si distende. Il letto, dunque, diventa fondamentale. Chi vive di morbidezze intorno all’ddome rischia di essere assalito da ernia iatale e reflusso gastrico: in altre parole, vive con il rischio di dover dormire dritto, sostenuto da parecchi cuscini dietro le spalle. La Westin, catena internazionale del gruppo Starwood, ha pensato anche a questo, inventando l’heavenly bed, un letto da paradiso, realizzato con tre materassi perché non sia il corpo ad adattarsi alla superficie sulla quale dorme, ma accada esattamente il contrario. Troppe coccole? In aereo non si direbbe. Chi ha una circonferenza considerata <eccessiva> – e da chi? – deve comprare due posti in aereo: ma ora se si avvisa delle proprie dimensioni la compagnia aerea e ci sono posti disponibili, si può riuscire a pagare un biglietto solo anche se si occupano due sedili. Poi, certo, ci sono le minacce di alcune compagnie, come l’Uzbekistan che promette rincari o addirittura il divieto di salire a bordo oltre un certo peso. In realtà verrebbe voglia di andare direttamente alle isole Tonga, dove il re, che ora però si è messo a dieta, ha sempre superato i 250 chili. Strabordanti ma felici. Come le signore che decidono di aderire ai programmi di Big Adventures, operatore americano, su Internet con il sito www.bigadventures.net: è specializzato nell’organizzare immersioni alle Hawaii per donne obese che nel sito vengono gentilmente definite «plus size». Naturalmente esiste anche l’altro versante del mondo «oversize», i fuori misura, affettuosamente chiamati ciccioni. E cioè l’esercito di chi vuole perdere peso, con maggiore o minore convinzione. Centri benessere, cliniche della salute, castelli con digiuno e prigionia dell’appetito, terapie medievali proposte in tutti i continenti sotto forma di massaggi con le pietre o con le mani. Al Chiva Som di Hua Hin, Thailandia, il menù non prevede prezzi ma indicazioni dettagliate di calorie, grassi e proteine: una tortura che costringe perfino a fare i conti per rispettare le tabelle. Ma l’impegno contro l’adipe può navigare anche sugli Oceani, trasformare una vacanza in tempesta rigeneratrice. Sono tante le crociere che partono con un esercito di personal trainer a bordo, pronti a guidare pattuglie di corridori fra le palestre e i ponti delle navi. Il rischio è che al ritorno ci si ritrovi smagriti, sì, ma anche stanchi e di cattivo umore. Non erano meglio le «love boat»? Tratto da “Sì, viaggiare”, Mondadori editore, scritto con Folco Quilici
ps1 sono stabile sopra il quoinbtale, so di cosa parlo 🙂
ps2 per chi volesse approfondire e farsi quattro risate cliccare sul link qui sotto
http://www.corriere.it/cronache/11_marzo_26/primavera-dieta-mai_c692051c-5788-11e0-8a3c-34dcb0202b47.shtml