Sottovalutata e sorprendente, Bucarest è una bella città, dove grazie alle low cost e ai prezzi contenuti, è possibile trascorrere un weekend piacevole senza spendere molto. E bello è anche il resto della Romania, custode di cultura, natura, arti e tradizioni – anche gastronomiche – tutte da scoprire.
Chi ci crede si accomodi in farmacia. Il Gerovital, invenzione antietà della dottoressa rumena Ana Aslan, è proposto in gocce o in creme a pochi euro. Secondo molti fa miracoli, per altri è inutile.
I taxi sono un problema a Bucarest e nel resto del paese. I prezzi sono diversi da un’auto all’altra e dovrebbero essere scritti sulle fiancate: ma sono di difficile comprensione. Informarsi prima di salire, altrimenti si rischia di pagare cifre astronomiche.
Dalla stazione ferroviaria di Viseul de Sus, nel Maramures, si parte ogni mattina per un viaggio incredibile su un trenino a vapore. Per il rifornimento dell’acqua si fanno soste di 15 minuti ogni 8 chilometri. Splendido panorama, ma serve una pazienza infinita.
L’Unesco ha dichiarato 31 siti rumeni patrimonio dell’umanità: fra questi, le chiese in legno del Maramures e quelle fortificate della Transilvania, i monasteri dipinti della Moldavia, le città daciche nei monti Orastie. A Bucarest splendida la chiesa Stavropoleos, minuscolo e affrescato tempio ortodosso. E’ in stile tardo Brancoveanu, che unisce elementi orientali al barocco.
La Cappella Sistina dell’Est: così è chiamato il monastero di Voronet, XV secolo, nella Bucovina. Gli affreschi esterni delle scene bibliche, realizzati sui toni dell’azzurro – l’azzurro Voronet – vennero ottenuti usando lapislazzuli.
Il conte Dracula è esistito davvero: era Vlad Dracul, principe della Valacchia. Non si nutriva di sangue ma era feroce: combattè contro gli ottomani, che amava impalare vivi. Il suo castello è a Bran, in Transilvania, e la visita suscita una vaga inquietudine. In tutto il paese ci sono ristoranti ispirati a Dracula: ambientazione horror con teschi e sangue finto, trascurabili menù rosso pomodoro.
Bucarest è sottovalutata e sorprendente, con interessanti architetture, dallo stile sovietico al neoclassicismo e al francese di fine Ottocento. Ceausescu rase al suolo un sesto della città per costruire la Casa del Popolo, oggi trasformata in Parlamento. Edificio gigantesco, solo il Pentagono è più grande: 700 architetti e 20 mila operai hanno lavorato per 5 anni 24 ore su 24. Il tappeto della sala Uniri, 2200 metri quadrati, pesa 4 tonnellate.
La città vecchia di Sighisoara, patrimonio dell’Unesco, è un incanto che i recenti restauri hanno reso ancora più affascinante. Vicoli medievali, palazzine tinte pastello, atmosfera fuori dal tempo. Mercoledì e sabato mercato rom: prodotti artigianali portati in città con i carri trainati da cavalli.
Chi riesce ancora a trovarlo, guardi con attenzione <4 mesi, 3 settimane, 2 giorni>, che alcuni anni fa ha vinto la Palma d’Oro al festival di Cannes. Questo film del giovane regista rumeno Cristian Mungiu racconta gli orrori del socialismo in una Bucarest dove Ceausescu si avvia alla caduta. E’ un film difficile – è la storia di un aborto – ma da vedere. Sullo sfondo, una Romania da scoprire.
L’atmosfera gotica del Carù cu Bere, la birreria più antica di Bucarest. All’ora dell’aperitivo normalmente si sorride brindando con uno, o più, bicchierini di vodka. Forse è meglio un buon boccale di birra, da preferire anche ai vini rumeni, sempre dolciastri. Da accompagnare al salame di Sibiu.
DOVE ANDARE A BALLARE
Notti animate, a Bucarest. Club A e Office sono fra le discoteche più frequentate. Il primo è nella Città Vecchia, amato dagli studenti, più semplice e meno accogliente dell’Office che è invece destinazione per la <gioventù dorata>. Un pò fuori dal centro il Bamboo e il Krystal Glam Club, vicino al centro sportivo della Dinamo.