Lontana e affascinante, custode di culture che resistono ai tempi moderni, di tradizioni misteriose ma nello stesso tempo paese avanzato, interprete della modernità e rispettoso dell’ambiente. L’Australia è un’isola continente interessante, dove il viaggio può anche trasformarsi in una entusiasmante avventura. Proprio come raccontava Crocodile Dundee nel film che ebbe un successo clamoroso.
E’ la tentazione irresistibile di chiunque mette piede in Australia: lanciare un boomerang. Che non torna mai indietro. Inclinazione della mano e dosaggio della forza vanno imparati bene.
Un guasto alla macchina, se si guida in uno dei deserti australiani, può capitare. In quel caso, mai scendere dalla vettura, il sole è rovente, fa troppo caldo. Uscire dalla vettura per chiedere aiuto solo quando arriva un’auto, più probabilmente un road-train, supertir con doppio rimorchio: si fermano sempre e risolvono ogni problema.
Gli aborigeni sono cordiali ma sanno essere violenti. Nelle roadhouse dove si ritrovano a bere birra, diventano suscettibili quando qualcuno gli punta addosso macchine fotografiche o telecamere. Possono anche essere aggressivi. E sono robusti e numerosi.
Salty è il soprannome dei coccodrilli di mare, più pericolosi di quelli di acqua dolce. Gli australiani dicono che se si è abbastanza vicini per avvistare un salty in libertà, si è troppo vicini per restare vivi.
DA NON PERDERE
Un bagno nelle cascate di Kununurra per restare incinte. Una maternità considerata un miracolo degli spiriti del luogo e della cultura aborigena che affida virtù analoghe anche alle cascate Edith, nel parco di Nitmiluk, a Katherine Gorge.
Hanno bisogno del <walk about>, di <fare un giro in giro>, per comunicare con i loro spiriti e ringraziano la natura lasciando cadere qualche goccia di sangue nella terra rossa. Per avere un’idea di miti e leggende aborigene, leggere <Le Vie dei Canti> di Bruce Chatwin, il più bel libro che abbia scritto.
La cultura aborigena risplende anche nel Kakadu National park, il più grande d’Australia, fra meraviglie della natura e stupefacenti incisioni rupestri. Si può dormire al Gagudju Crocodile, curioso albergo a forma di coccodrillo. E per cena, filetto di canguro in salsa di mirtilli e lamponi.
L’Australia è un mondo a parte. Nelle fattorie sperdute e nei piccoli villaggi dell’Outback selvaggio il dottore arriva con l’aereo-ambulatorio una volta alla settimana. Le basi dei Flying Doctors si possono visitare. Lo stesso per la scuola. Le lezioni si svolgono via radio, senza muoversi da casa. Alle 9 gli studenti si collegano sulla frequenza dove li aspetta l’insegnante.
Il cattle drive, la grande transumanza nell’Outback selvaggio, è avventura emozionante e impegnativa, richiede forza fisica e robustezza d’animo. Di là non si torna indietro, niente treni o aerei. Tra fattoria e fattoria possono anche esserci centinaia di chilometri.
Il Tjapukai Theatre, non lontano da Cairns, nel Queensland, propone performance eccezionali di attori aborigeni che illustrano con danze e musiche la loro idea della creazione del mondo. Imitano alla perfezione gli animali, nelle sembianze e nei movimenti.
La pittura aborigena ha i suoi templi nelle gallerie d’arte di Alice Spring o di Wyndham o anche di Sidney. Quadri sorprendenti, dipinti con colori naturali e tecniche semplici ma di grande effetto. Un’arte che già fama e prezzi astronomici. Ma qualche pittore è ancora pagato con lattine di birra.
Il mondo sottosopra di Coober Pedy, capitale mondiale dell’opale e del vivere in modo stravagante. Per ripararsi dalle condizioni climatiche estreme – fino a 50 gradi d’estate, gelo d’inverno – le case – le chiamano dugout – sono state scavate sottoterra dove la temperatura è più accettabile. Vivono qui 4 mila persone di 40 nazionalità.
Una giornata con gli aborigeni, nei tour organizzati ad Alice Springs. Si partecipa a danze, lezioni di lancio del boomerang, di didgeridoo, il lungo strumento a fiato, a banchetti con cibi tradizionali: come i witchetty grabs, vermoni che crescono sulle spinifex e vengono catturati prima che tocchino a terra. Sono ricchi di proteine, vengono scottati sulla sabbia arroventata, hanno sapore gradevole, simile alla pannocchia.
Aperitivo o cena, sul molo in legno di Stokes Hill, alla fine del porto di Darwin, davanti all’oceano. Fish&chips dagli ambulanti oppure Crustaceans, ristorante dove servono dall’aragosta al barramundi. Sguado all’orizzonte, sembrerà di stare sulla prua di un’antica baleniera. Emozionante.
DOVE ANDARE A VEDERE IL TRAMONTO
Ayers Rock cambia colore, all’alba e al tramonto, va dal marrone scuro al rosso acceso e la sera fa un percorso cromatico contrario. Folla di gente a scattar foto, ma se si sa frugare con lo sguardo, nei luoghi meno affollati si vedono famiglie di aborigeni in raccoglimento, nei punti del monolite dove consacrati agli spiriti del luogo.
DOVE ANDARE A BALLARE
Il Bojangles di Alice Springs dà il benvenuto ai nottambuli con un serpente, finto, che sbuca dagli occhi di un teschio di mucca. Atmosfera da pionieri. A Darwin il Discovery è molto grande e sempre affollatissimo, il Throb è il preferito dalla vivace comunità gay.